mercoledì 22 febbraio 2012

Presentazione


Chi sono i Cavalieri Erranti? Sono, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito [1] . Sono dei Guardiani che hanno  giurato a se stessi di proteggere e sostenere i buoni e i giusti, e di salvaguardare le antiche Conoscenze, il sapere di un tempo, evitando che cadano nell’oblio. Sono Filosofi Guerrieri, guerrieri nel corpo e nello Spirito: incarnano l’Uomo d’Argento di cui parla Platone ovvero l’Idealista che lotta al servizio degli Archetipi. In primo luogo, nessuno di essi dovrebbe posseder nulla all'infuori dello strettamente necessario (…) i loro viveri dovrebbero esser soltanto quelli concessi ai bravi soldati (che sono uomini temprati e coraggiosi) (…) mangerebbero in comune e vivrebbero assieme, come soldati dal campo. Diremo loro che Dio li ha fatti d'Oro e d'Argento; il Metallo più nobile è dentro di essi e, perciò, non han bisogno dei rozzi beni terreni, conosciuti col nome di oro; che non debbono insudiciare il Divino Metallo Interno mescolandolo al metallo terreno, giacché questo è il più vile ed è stato la fonte di molte azioni indegne; solo quello che è dentro di essi è puro (…) Questa sarà la loro salvezza e la salvezza dello Stato. Se dovessero mai possedere case, o terre, o danaro proprio, diventerebbero direttori di aziende o agricoltori, invece di custodi della cosa pubblica; nemici e tiranni, invece che alleati degli altri cittadini; odierebbero e sarebbero odiati; congiurerebbero e sarebbero vittime di congiure; trascorrerebbero la loro vita avendo più terrore dei nemici intimi che degli esterni, e l'ora della rovina loro e di tutto lo Stato sarebbe prossima” [2]

Si ispirano ai più grandi saggi e condottieri per migliorare se stessi, giorno dopo giorno, affinché possano essere uomini giusti e d’esempio per gli altri. In nome della vera Libertà dell'Uomo, troppo spesso confusa con l'anarchia morale, cercano di avere una “visione critica dei tempi moderni riguardo alle ideologie quali espressioni di una cultura moderna, piagata da ambiguità che mettono in discussione qualunque principio di Trascendenza.” [3]

Nel corso della propria vita, l'Uomo , viene ripetutamente indotto a perseguire falsi bisogni di denaro e potere, venendo meno all'esigenza della propria crescita umana e spirituale; la società moderna segue e impone distorti idoli, invece di risaltare “i perenni valori triadici di tutto il magistero mediterraneo: corpus-anima-spiritus dei latini, che corrispondono ai termini greci soma-psichè-pneuma e ai termini ebraici basàr-néfesc-rùah"[4]

Poiché ritengono il loro compito di fondamentale importanza, eviteranno, in ogni momento, di scadere in un fanatismo religioso, oppure in scontati falsi moralismi, di cui la società è purtroppo tristemente piena.
Perché i Cavalieri Erranti vogliono farsi avanti? Perché l’incalzante caduta dell’Umanità ha reso di necessaria urgenza “l’espressione di una voce tradizionale per parlare a coloro che riescono ad intravedere, oltre la cronaca dei fatti quotidiani, una dimensione di lotta che impegna a tutti i livelli” [5]



Il modernismo concepisce il potere come un qualcosa di immanente e appartenente all'uomo, in un sistema estremamente fragile, che lascia enormi spazi a sentimenti come odio, arrivismo e brama di potere. Nasce quindi l'esigenza di far comprendere che ciascuno, nel proprio piccolo, dovrebbe concepire almeno nella propria mente un'esistenza migliore, di “Platoniana” memoria, basata sulle Idee Universali, o Archetipi, quali il Giusto, il Bello, il Buono, il Bene, la Mistica.
Per cui si pongono i seguenti obiettivi: risvegliare la coscienza collettiva riguardo le attuali problematiche mondiali, mettendo in discussione certezze e credenze; dare l’opportunità, a chiunque, di prendere coscienza di se stessi quali esseri Spirituali, di valorizzare le proprie Virtù e di colmare quelle lacune chiamate difetti o vizi. Vogliono in sostanza incarnare uno stile cavalleresco, legato ad una visione aristocratica “che deve essere anche un'aristocrazia sociale: pertanto vengono respinte sia l'unilateralità della sovversione comunistica sia l'unilateralità dell'eversione reazionaria (…). Quanto detto non va concepito come un castello chiuso a pochi. “Il ponte levatoio è abbassato per accogliere tutte le intese mondiali dell'autentico Universo dello Spirito. Il fronte della spiritualità è molto vasto e non conosce preclusioni. Sono fuori soltanto coloro che non vogliono capire, non vogliono intendersi, non vogliono combattere". [6]
Per potersi difendere da questo periodo oscuro, per poter crescere nella vita interiore e cambiare un sistema sociale ormai agli sgoccioli, è prima di tutto necessario guardare dentro di , mettersi in discussione, sentire l’Interiore bisogno di sciogliere le catene che ci vincolano, prendere le redini della propria vita ed intraprendere il cammino verso la meta. Pensieri, miscredenze, paure sono i peggiori nemici, “perché il combattimento più importante da vincere è dentro se stessi: la tempesta non è mai fuori, è dentro”.



[1] Primo Siena, Il mio itinerario metapolitico (Introduzione a "La Espada de Perseo")-
[2] Platone, Repubblica, 416-17
[3] vedi nota [1]
[4] Silvano Panunzio, Contemplazione e Simbolo, Ed. Volpe, vol.I, pag.48
[5] Metapolitica, Anno I, n.1 - Presentazione, Mario Pucci
[6] ivi

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