Mai come nei tempi
odierni è presente nelle persone un sentimento di sfiducia verso la
Politica e i governanti. Sembrerebbe che le tenebre abbiano preso il
sopravvento sulla luce, ma la Politica può ritrovare la sua strada
solamente occupando la sua dimensione nella Metapolitica.
Alfa
e Omega della Metapolitica (*)
di Silvano Panunzio
Domanda: che cos'è,
dunque, la Metapolitica?
Risposta: E'
l'Escatologia acquisita.
In un senso reciproco, ma
corrispondente, l'Escatologia può considerarsi come la Metapolitica ispirata.
Questa seconda è propria
dei Profeti i quali la rivelano nel simbolo; la prima è propria dei
Sapienti i quali la interpretano
secondo un sistema tradizionale di dottrine che ha ormai il crisma
dei millenni.
La Metapolitica è il
punto d'incontro dell'Oriente e dell'Occidente, della Contemplazione
e dell'Azione, dell'Essere
e del Dover Essere. Di natura tipicamente mediterranea, non a caso
sboccia ai confini del Cielo,
della Terra e del Mare. [...]
Se si vuole scandagliare
ancora e chiarire sino al dettaglio, può aggiungersi che le tre
dimensioni della Metafisica,
dell'Escatologia e della Politica sono tutte compresenti nel
carattere quadridimensionale della
Metapolitica la quale, in sostanza, risulta da una singolare
combinazione di ognuna delle tre.
Infatti, se la Metafisica è propriamente la Scienza dei Princìpi e
l'Escatologia la Scienza dei Fini, la
Politica vera e maiuscola è la Scienza e l'Arte dei Mezzi: alla
prima appartiene la Sapienza divina, alla
seconda la Giustizia cosmica, alla terza appartengono,
simultaneamente, la Prudenza e la Fortezza
umane e terrestri.
Tale precisazione può
anche servire a distinguere meglio l'Escatologia vera e propria dei
Profeti che si condensa in una
visione lontana degli ultimi destini, laddove la Metapolitica, oltre
ad una concezione principale di
livello metafisico e a un inquadramento ultimo di tipo escatologico, predispone mezzi politici
idonei per un'azione illuminata, duratura e coerente.
Cantavano i
poeti-iniziati dell'antica Ellade: “felice l'uomo che percorre i
Misteri, egli il principio e il fine della vita
conosce”. Ma il Mistero metapolitico è ben più complesso e non si
circoscrive alla conoscenza verticale del
singolo. Esso si allarga in croce sino ad abbracciare l'intero
orizzonte dell'umanità: e
ricomprende la conoscenza e la scelta dei mezzi perché i princìpi
si traducano nel fine comune.
In conclusione, i
Metafisici si limitano a conoscere: i Metapolitici creano. Cioè
modellano, sulle orme della Provvidenza
Divina, la civiltà universale; e, mentre annunziano il regno di Dio
sulla Terra, preparano la
cittadinanza dell'uomo nei Cieli. Né l'uno senza l'altro.
Non
si può essere Metapolitici senza essere Cavalieri e non si è veri
Cavalieri se non si è Metapolitici. Tuttavia, nessuno è escluso da
questa strada, se non per propria volontà.
(*) pubblicato in Metapolitica-Rivista di Studi
Universali, Anno I, n.1, 29 Settembre 1976