Questa
“Crisi” economica di cui tanto si parla, purtroppo non è un male invisibile. Secondo
i dati forniti dall'ISTAT [1], il tasso di disoccupazione in Italia al gennaio
2012 si attesta al 9,2%, percentuale che non si raggiungeva dal primo trimestre
del 2001. [2].
Il nostro
attuale sistema economico è per sua natura soggetto a queste crisi. Poiché l'economia
è basata sulla domanda e l'offerta, è più che fisiologico che possano esserci
periodi più fiorenti e periodi meno fiorenti. Gli "esperti del
settore" in effetti ci tranquillizzano sempre: da una crisi economica
prima o poi si esce sempre!
Nella
cosiddetta età contemporanea, si sono già verificate almeno altre due crisi
economiche di grossa portata nel mondo "occidentale". La prima, si è
verificata alla fine dell'Ottocento (fra il 1873 e il 1895), ed è stata risolta
con un'intensificazione delle politiche coloniali (portando poi alla prosperità
della Belle Époque). La seconda, è la famosa "crisi del 1929",
inizialmente "curata" con un aumento delle politiche liberiste, ma
mai completamente superata fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Tornando ai
fatti di oggi, il paese europeo che in questo momento sta risentendo di più di
questo momento di depressione economica, è la Grecia.
Nel maggio 2010, Unità europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario
Internazionale hanno approvato il primo pacchetto di aiuti allo stato greco,
prevedendo lo stanziamento di 110 miliardi di euro in prestito per tre anni, di
cui 80 a carico dei partner della Grecia nell'area euro [3]. In cambio, la
Grecia, si è impegnata ad eseguire un programma pluriennale di consolidamento
di bilancio e di riforme strutturali. Le riforme strutturali di cui si parla
sono il licenziamento di massa dei dipendenti pubblici, tagli drastici per
istruzione e sanità e l'aggravamento della pressione fiscale sui cittadini [4].
Inoltre, sono stati attivati controlli su base trimestrale da parte di una
commissione formata da funzionari Ue, Bce e Fmi. Questa commissione, se lo
ritiene necessario, può richiedere e ottenere che lo stato greco vari ulteriori
manovre di taglio delle spese o aumento delle tasse, pena la sospensione degli
aiuti.
In ultimo,
sottolineiamo come tra gli accordi indispensabili per ottenere il prestito, ce
ne sia uno per cui lo stato greco ogni anno è obbligato ad acquistare un certo
quantitativo di armi dagli stati che hanno elargito il prestito [5]. Ad
esempio, nel 2012, la Grecia sarà obbligata a spendere circa 7 miliardi di euro
[6] per comprare armi dagli stati che hanno concesso il prestito. L'intera operazione degli aiuti, potrebbe ridurre il debito della Grecia al
120-125% del Pil entro il 2020 [7]. Questo significa comunque riportarlo ad un
valore peggiore di quello del 2008, quando era attestato al 113% [8].
Il nostro
non è un blog giornalistico, e pertanto non è nostro scopo quello di fare una
trattazione precisa e minuziosa di tutte le tappe della vicenda greca. In
effetti se queste cose interessano, è sufficiente fare una piccola ricerca su
Internet. Piuttosto ci
preme fare alcune considerazioni.
Innanzitutto
vorremmo puntualizzare una cosa. La situazione della Grecia è sicuramente la più critica
se la confrontiamo con quella italiana o degli altri stati, ma riteniamo che sbagliato viverla con “distacco”. La
“Crisi” sta portando dal 2008 aumenti dei prezzi, diminuzioni dei salari, e
politiche di austerity da parte degli stati in Europa, e a tutt’oggi questa
situazione è ancora in piena evoluzione. In particolare i cosiddetti PIGS [9],
tra cui rientra anche l’Italia, sono i paesi della zona Euro considerati a maggiore rischio di bancarotta.
Detto questo,
vorremmo anche iniziare a porci un interrogativo: come usciremo da questa
situazione di "Crisi"? La guerra storicamente è sempre stata la cura
a queste situazioni, ma mai la soluzione, perché determinati problemi tendono a
ripresentarsi in maniera ciclica.
Prima dell'età contemporanea, la storia dell'uomo ha vissuto altre tre
"età": l'età antica, il Medioevo e l'età contemporanea. Ciascuna di
queste ha avuto caratteristiche positive, ma il sopravvenire di nuove
condizioni sociali ed economiche ha reso cambiamenti che hanno poi
caratterizzato l'età successiva.
L'età
contemporanea ha indubbiamente portato elementi positivi, come l'aumento del
tenore di vita e nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche, che non si
possono di certo mettere in dubbio.
Tuttavia l'analisi di quello che sta accadendo oggi, potrebbe suggerirci il
fatto che probabilmente siamo nella piena fase discendente dell'età
contemporanea e che quindi, un cambiamento prima o poi sarà necessario.
Un cambiamento è ormai auspicabile e sinceramente la gente più disparata lo chiede gridando a gran voce con la propria voce interiore. Si è messa in piedi una società che, è vero, ha portato dei miglioramenti tecnologici e nel tenore di vita. Purtroppo insieme a questo ha creato anche uno stile di vita senza precedenti, assolutamente alieno all'uomo. Inutile citare sempre le stesse cose(rischiando di svuotare di senso le parole), però lo stile di vita consumistico (che è la base della nostra fragile economia) l'azzeramento di una prospettiva spirituale, la fiducia assoluta in una scienza spesso disumana, il mal costume figlio di un decadimento etico(figlio di quello spirituale), non sono quel progresso che tutti si aspettavano. Me ne sono accorto più volte parlando con diversi amici e persone, è quasi come se "se lo sentissero" che qualcosa di grande debba accadere al più presto. Cosa sarà? Non sono nessuno per dirlo, però temo sempre che in queste fasi storiche i cambiamenti non siano mai "indolori" anche perchè non lo sono quasi mai per definizione.
RispondiEliminaCiao, e grazie per il commento.
RispondiEliminaSono completamente d'accordo con quello che dici ed è inutile dire che, alla base di questa fase storica che stiamo vivendo, ci sia proprio questo svuotamento spirituale di cui parli.
Riguardo a quello che accadrà nei prossimi anni, appunto nessuno può dirlo, anche se in questo blog continueremo a parlarne. E' difficile pensare che non ci saranno cambiamenti "indolori". Dico questo pensando alla storia dell'uomo, e pensando al fatto che oggi le fasi di benessere e di crisi (non solo a livello economico, ma anche a livello spirituale) non sono più "locali", ma "globali".
In ogni caso, credo che non dobbiamo concentrarci esclisovamente su quello che di marcio c'è nella nostra società. Il Bene c'è ancora, e ce n'è ancora tanto. Lo dici tu stesso, parlandomi delle persone che avvertono un cambiamento nell'aria. Io credo che questo sia un sintomo di risveglio, e un bisogno insito dell'uomo di tornare a fare una vita che più gli si addice.