Avevamo
concluso il post sulla criptopolitica introducendo il valore della
centralità, affermando che essa è la scelta privilegiata della
metapolitica.
Nella
civiltà odierna è ben noto il dualismo politico tra destra e
sinistra. La sinistra, in preda ai suoi deliri mentali, ha suscitato
una corrente ideologica uguale e contraria che pretende di avere il
deposito di verità superiori. Ciò ha portato alla nascita ad una
pseudometafisica della ''destra'' che si vanta di onori del tutto
fuori luogo e immeritati.
Questo
sinist-dest universale persiste ancora oggi, anche se ormai è sulla
via del tramonto, e farebbe pensare ad una grottesca marcia di
fantocci in riga, che non ha risparmiato neppure la Religione. La
Chiesa ovviamente non fa eccezione e si parla con estrema
disinvoltura di posizioni di destra o di contrapposizioni di
sinistra.
Vediamo
dunque di raddrizzare le idee sul piano teoretico, per poi
ridiscendere a quello pratico ed effettuale. È totalmente falso,
metafisicamente parlando, che la verità e la virtù stiano dalla
parte di destra. Non stanno, tra l'altro, neppure dalla parte di
sinistra. La verità è sempre al centro tra due estremi, da cui la
sintesi; ''in medio stat virtus'' dove per medium deve
intendersi appunto il centro.
Sul
piano effettuale non c'è dubbio che in ogni Stato la Capitale è al
centro delle regioni e che, in tutte le Città, il punto nevralgico è
il cosiddetto ''centro Storico'', molto spesso illustrato da un
medievale Castello-Fortezza. Nessun uomo andava ieri o va oggi, per
affari o per politica, a destra e a sinistra della Città: uscirebbe
dalle mura e finirebbe fuori strada; si andava al foro, al mercato,
alla loggia, persino in galleria o al caffè, e si va, insomma, al
centro. Anche le signore, per le loro spese più o meno futili,
piantando in asso i preoccupati mariti, si recano ''al centro''.
Se
alziamo gli occhi al Cielo, il Sole non si trova né a destra né a
sinistra, ma al centro del sistema planetario. E simmetricamente le
Tradizioni e le Religioni sorgono tutte da un unico Centro divino;
nella loro gerarchia, la principale tra esse è quella che fa le veci
del Sole, cioè del Centro.
Nel
Rinascimento italiano, al tempo dei cinque Stati regionali, il
compito della Toscana fu di equilibrio e Firenze era ''ago della
bilancia'' proprio per la sua posizione centrale. In seguito, la
prassi dell'equilibrio si spostò all'intera Europa: e, se questa non
ha mai avuto pace, è proprio perché non ha voluto fissarsi nel suo
centro (il Sacro Romano Impero, erede di Roma) e neppure adesso sa
trovarne un altro valido. La situazione politico-economica odierna ne
è un esempio lampante. Tuttavia, una funzione insostituibile fu
esercitata, con il dispetto dell'eccentrica Inghilterra, dagli
''Imperi Centrali'' ancora nell'Ottocento; e si è visto cosa è
successo nel Novecento allorché forze squilibratrici hanno attentato
alla loro ragion d'essere.
Nella
Politica interna dei singoli Stati uno spostamento continuo a
sinistra o a destra dell'equilibrio, sempre che sia possibile, è
ovviamente improduttivo: si può governare solo restando al centro.
Teniamo a precisare che il ''centro'' politico atto a governare non
ha nulla a che vedere coi partiti centristi e liberali delle
democrazie odierne. Anzi, essi sono altrettanto deleteri e portano ad
un democratismo plutocratico e oligarchico che si spaccia per
democrazia.
In
aggiunta, possiamo osservare che persino i regimi rivoluzionari
provenienti in prevalenza dalla destra (poniamo il Fascismo) o dalla
sinistra (il Comunismo), per naturale logica di cose, si sono
trasformati in regimi validi solo assumendo delle opposte spinte
politiche. Un regime rivoluzionario di destra dovrà, per
sopravvivere, far proprie le istanze sociali della cosiddetta
sinistra; un regime rivoluzionario di sinistra non potrebbe che
soccombere se non facesse proprie le istanze giuridiche di ordine
della cosiddetta destra. Entrambi si pongono perciò al centro. Del
resto, il cuore di una Società è rappresentato, come ammoniva
Aristotele, proprio da quei ceti medi che costituiscono un asse
stabile nell'instabilità degli estremi. Questi ceti medi oggi si
stanno tramutando in ceti bassi. Ci domandiamo ora, per una
corruzione generale? Per operazioni occulte e infami architettate nei
ceti alti? O entrambe le cose? Veritas filia temporis.
Queste
sono le motivazioni per cui bisogna porsi attorno a un centro
moderatore per avere verità e giustizia. Motivazioni pienamente e
perennemente abbracciate, come detto in precedenza, dalla
metapolitica.
Fonte: Rivista
Metapolitica, anno I n.3, 30 Novembre 1976 –
Valore della centralità di S.Panunzio
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