Nel post Alfa
e Omega della Metapolitica
del 27 Marzo 2012 abbiamo riportato il concetto di Metapolitica visto
da Silvano Panunzio. Esso non appartiene ad una sola scuola di
pensiero, ma lo si trova anche nel riflessioni di numerosi pensatori
che hanno affrontato il legame tra politica ed etica. Queste sono
infatti due entità strettamente connesse.
Nei
tempi di decadenza odierni, la politica è stata privata del suo
senso trascendente, di quel legame col mondo ideale di cui parla
Platone, che successivamente sarà identificato come legame tra umano
e divino. La società moderna crede di aver raggiunto il massimo
grado di civiltà attraverso la democrazia odierna, arrivando anche
ad “esportarla” per mezzo di “missioni umanitarie”, il cui
scopo sarebbe quello di civilizzare di un Paese. In realtà, il
concetto di democrazia
partecipativa
risale già all´Atene del V° secolo a.C.: essa è intesa come
quella in cui tutti i cittadini, indipendentemente dalla nascita e
dal censo, partecipano effettivamente al governo dello Stato.
Nel
periodo in cui la civiltà greca si avviava verso la decadenza,
Platone esprime sulla “Repubblica” la necessità di restituire la
guida della società ai Filosofi e Saggi Iniziati, in quanto essi
incarnano il Politico perfetto e
sanno
cosa sia la Giustizia, applicandola in maniera consapevole.
Aristotele,
invece, definisce la politica come legame naturale tra cittadini
liberi, con il fine di realizzare il Bene
come
libertà e autosufficienza degli individui. Egli stesso crea la
parola “metafisica”, per definire ciò che trascende la natura.
Tuttavia,
l'uccisione di Socrate, Maestro di Platone, simboleggia il rifiuto
del pensiero, da parte di una siffatta politica, nata “zoppa” per
l’impossibilità (nonostante gli ammonimenti platonici) di
trascendere la physis.
La
parola “Metapolitica” fu coniata da August Ludwig von Schlözer,
appartenente all’Ordine degli Illuminati di Baviera, nel suo
trattato Allgemeines
Staatsrecht und
Staatsverfassungslehre
(Göttingen 1793) .
Joseph
De Maistre, nel suo saggio sul “Principio
Generatore delle Costituzioni“
(S. Pietroburgo, 1809) espresse la sua approvazione per il vocabolo,
destinato ad esprimere “la metafisica della politica”.
Jozef
Maria Wronski, misconosciuto genio della matematica, nella sua opera
Metapolityka
(Parigi, 1839) teorizza una “Metapolitica messianica”, unione
finale della filosofia e della religione.
Nel
1930, nelle sue “lezioni
di dottrina dello Stato”,
Sergio Panunzio, filosofo e giurista, padre di Silvano, riesumò il
vocabolo, attribuendogli il significato di senso trascendente della
storia.
Seguì
Benedetto Croce, col già citato In
qual senso la libertà sia un concetto metapolitico
(in Pagine
Sparse,
II, Bari 1953).
Non
meno importante è l´opera di Manfred Riedel Metaphisik
und Metapolitik - Studien in Aristoteles und zur
Politischen
Sprache der neuzeitlichen philosophie
(Frankfurt am Main, 1975), tradotto in italiano sotto il titolo
Metafisica
e Metapolitica
(ed. il Mulino, 1990) .
Silvano
Panunzio, nella sua opera principale, Metapolitica
– La Roma eterna e la nuova
Gerusalemme
(ed. Babuino, Roma 1979) non solo rivaluta la dottrina del
“fondamento”, ma la supera, collegando tale dottrina al vincolo
trascendente dell’escatologia.
Alain De Benoist,
principale storico della Nouvelle
droite
francese, nel suo Orientations
pour des années decisives (Paris,
1982) riparte (pag. 92) da Antonio Gramsci, il quale “ha dimostrato
che la conquista del potere politico passa attraverso la conquista
del potere culturale”, restringendo la Metapolitica
su un piano “nel contempo culturale e teorico” e svincolandola
del tutto dall’attività politica (cfr.: la “donna sterile” cui
accennava Silvano Panunzio).
Sulle orme dello stesso Panunzio,
Primo Siena, scrittore italiano emigrato in Cile, accentua, in
numerosi saggi, l’aspetto tradizionalista della Metapolitica,
traducendo le “categorie” del Panunzio in “scienza sacra” (la
metafisica), “scienza profana” (la politica) e “ars regia et
profetica” (l’escatologia). V. per tutti La
metapolitica y el destino superior de nuestra
América
Románica,
in Conferencia
en III encuentro ibero americano de metapolitica,
Viña del Mar, Agosto 1995, 2.
L’opera
di Attilio Meliadò La
Comunità dell’irreparabile. Saggio di metapolitica del Terzo
(ed. F. Angeli, Milano 2001) distingue la politica (come “Comunità
dell’Irreparabile”, caratterizzata dall’immanenza e,
aristotelicamente, dall’autosufficienza dei singoli) dalla
Metapolitica (come “Terzo” unificante, Teologico ed escatologico,
invocato mediante la preghiera).
L’argentino Alberto Buela,
nella sua opera principale Metapolitica
y filosofia,
Buenos Ayres 2003, torna alla dottrina del “fondamento non politico
della politica”, qualificando la Metapolitica
come “filosofia e politica al tempo stesso”: filosofia, in quanto
comprende le idee e i miti che muovono la storia, politica in quanto
getta le basi culturali per soppiantare i governanti, nel senso già
sostenuto da Antonio Gramsci.
Infine,
va citata l’opera di Carl Schmitt Teologia
Politica,
nell’edizione argentina (Struhart, Buenos Ayres 1985) citata da
Primo Siena; e quella di Giovanni D’Aloe I
colori simbolici.
Origini
di un linguaggio universale
(ed. Gabrielli, Verona 2004), che indica nei colori i primi simboli
fondanti della struttura sociale (bianco = sacerdozio, rosso =
governo, nero = produzione) e, al tempo stesso, della lingua
originaria diffusa su tutta la terra.
Alla
Metapolitica
- simboleggiata dall'Aquila – si contrappone la Criptopolitica
– simboleggiata dal Serpente
(*) -
, la quale comprende al suo estremo inferiore, la criminalità
organizzata; al livello intermedio, i servizi segreti di tutti i
Paesi; al livello superiore, le consorterie finanziarie di tutti i
generi. La Criptopolitica
rappresenta dunque quelle forze nascoste, ma organizzate, che non
appaiono quasi mai in prima linea; esse tuttavia manovrano gli uomini
politici, divenuti ormai dei fantocci ben lontani dal loro compito
originale di servire lo Stato e i cittadini.
Nota:
buona parte di questo post riprende come fonte un articolo del sito
www.metapolitica.net
(*) Secondo la Simbologia tradizionale, ogni simbolo ha una doppia
valenza che sia un numero o un animale. Il Serpente simboleggia
anche la conoscenza, non solo il male. Il fuoco può rappresentare
distruzione e male, ma anche purificazione.
Al Serpente, simbolo di saggezza (si pensi ad esempio al Caduceo, il
bastone di Esculapio intrecciato da due serpenti, simbolo della
medicina), era contrapposto il Drago in certe culture.
Interessante questo approfondimento del termine Metapolitica:
RispondiElimina"filosofia, in quanto comprende le idee e i miti che muovono la storia, politica in quanto getta le basi culturali per soppiantare i governanti".
Interessante anche la sua visione opposta, la Criptopolitica, che oggi più che mai, pare essere molto diffusa.
Lieber Suchende,
RispondiEliminaLa Criptopolitica non è solo una "visione" che si oppone alla Metapolitica, ma è qualcosa di più: l'argomento verrà trattato in maniera più approfondita nel prossimo periodo ed è uno dei concetti che sta alla base del pensiero di Silvano Panunzio.
Saluti,
Aulë